ICA-ILO – Ricerca globale: cresce la partecipazione delle donne nelle cooperative

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Brussels 9 marzo 2015 – Da una ricerca on-line realizzata dall’Unità Cooperative dell’International Labour Organization, congiuntamente con l’International Cooperative Alliance, emerge che per  il 75% di coloro che hanno partecipato alla ricerca, la presenza delle donne nelle cooperative è aumentata nel corso degli ultimi 20 anni. I risultati della ricerca sono stati presentati in occasione di una tavola rotonda che si è tenuta il 10 Marzo alle Nazioni Unite sul tema “Cooperative: Eguaglianza di Genere ed Empowerment delle Donne”. Il dibattito è stato organizzato a latere della 59°Sessione della Commissione ONU sullo Status delle Donne, che si tiene a New York dal 9 al 20 marzo.

 

La Presidente ICA, Dame Pauline Green, nel corso del suo intervento, ha ribadito che “la ricerca congiunta dell’Alleanza e dell’ILO mette in luce l’efficacia unica del modello cooperativo nell’offrire alle donne un modo dignitoso di uscire dalla povertà, spesso dalla violenza e dagli abusi” -la Presidente ha inoltre aggiunto che- “è particolarmente importante il dato relativo ad un crescente numero di donne in posizioni di leadership, in particolare nei settori della finanza e delle assicurazioni”.

 

Le cooperative stanno acquisendo un crescente impatto positivo sulle donne, l’80% delle risposte ha indicato che le cooperative sono imprese migliori di altri tipologie d’imprese private o pubbliche nel promuovere l’eguaglianza di genere. “Le cooperative hanno una storia nel contribuire all’eguaglianza come all’empowerment socio-economico”, ha sottolineato Simel Esim, Capo dell’Unità Cooperative dell’ILO.

 

“Considerando che il 2015 è il 20°anniversario dell’adozione della Dichiarazione delle Nazioni Unite di Pechino sull’eguaglianza di genere e l’empowerment delle donne, i risultati di questa ricerca riflettono una tendenza positiva per quanto concerne la partecipazione delle donne ed il loro avanzamento attraverso il movimento cooperativo” ha ricordato Simel Esim.

Le risposte al questionario sono state circa 600: dal mondo cooperativo, accademico, governativo, dalla società civile ecc. Il 50% delle risposte sono arrivate dall’Europa ed il 15% dall’Asia e dal Nord America rispettivamente. Le restanti risposte sono giunte dall’Africa Subsaharia, America Meridionale e Centrale, Medio Oriente e Nord Africa.

 

La cultura e il quadro giuridico sono le barriere più significative

Le questioni legate alla cultura locale sono le maggiori barriere all’eguaglianza di genere nelle cooperative secondo l’opinione del 65% degli intervistati. Altri fattori importanti in grado di contribuire ulteriormente a promuovere l’empowerment delle donne e l’eguaglianza di genere nelle cooperative  sono  il sostegno da parte della società civile ed il riconoscimento da parte dello Stato.

La ricerca dimostra che l’accesso a opportunità di occupazione è stata anche indirettamente promossa dalle cooperative in settori come l’abitazione, la sanità, la tutela dell’infanzia e la cura degli anziani, che offrono alle donne servizi accessibili che consentono loro di lavorare.

 

L’opportunità delle donne di partecipare alla governance è di massima importanza:

Circa i due terzi delle risposte hanno sottolineato che l’opportunità delle donne di partecipare alla governance ed alla gestione è di massima importanza per il futuro delle cooperative.

Nonostante il 50% delle risposte sottolinei l’importanza dell’educazione e della formazione dei soci come fattori vitali per le cooperative, la stessa percentuale di risposte evidenzia che nelle cooperative viene dedicata poca attenzione a sessioni di formazione dedicate all’empowerment delle donne e all’eguaglianza di genere.

I dati aggregati dimostrano vi sia un’attenzione crescente alle questioni di genere, al percorso delle donne in posizioni di leadership e una crescita di cooperative al femminile. In Europa e Nord America ad esempio vengono rilevate casi interessanti nel settore finanziario e delle cooperative sociali, mentre progressi interessanti in tal senso si registrano nel settore agricolo in Africa, America Latina ed India.


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