Giocare d’anticipo per cogliere le opportunità offerte dai primi timidi segnali di ripresa consolidando così un’inversione di tendenza in grado di far ripartire l’economia italiana. E’ quello che chiede l’Alleanza delle Cooperative avviando, prima tra le organizzazioni di rappresentanza, il confronto con il mondo politico ed economico sulla legge di stabilità, principale provvedimento di politica economico che sarà al centro dell’agenda del governo e del parlamento alla ripresa di lavori dopo la pausa estiva fino alla sua approvazione definitiva prevista per la fine del 2015.
Lo ha fatto con un incontro che si è tenuto questa mattina al Palazzo della Cooperazione che ha visto protagonisti Filippo Taddei, responsabile economico del Pd e Stefano Fantacone, direttore del Cer. In apertura il presidente dell’Alleanza Rosario Altieri ha sottolineato l’importanza della legge di stabilità «un provvedimento che traccia le linee di politica economica e su cui è opportuno concentrare gli sforzi per tracciare un percorso che sappia portare il nostro paese definitivamente fuori dalle secche della crisi economica»
«A livello macroeconomico – ha spiegato Fantacone – ci sono fattori che stanno contribuendo a risollevare l’economia italiana da una crisi che dura ormai da sette anni. Il solo andamento del prezzo del petrolio permette di risparmiare risorse per 10 miliardi, Ma consolidare la crescita occorre un’inversione nella politica economica europea condizionata pesantemente dalle scelte della Germania e dall’incapacità di porsi come soggetto politico ed economico unitario rispetto alle latte forze economiche mondiali”
Sulle scelte fatte finora dal governo si è soffermato Taddei «avevamo davanti due strade: quella di ridurre da subito le tasse e aumentare la spesa pubblica, creando così l’illusione di essere tornati a crescere, ma avremmo avuto una crescita fragile, drogata, destinata a esaurirsi in pochi trimestri. Oppure intraprendere quella più tortuosa avviando un percorso di riforme strutturali in grado di offrire garanzie capaci di far ripartire gli investimenti creando i presupposti per un progetto di sviluppo solido. Responsabilmente abbiamo scelto questa seconda strada, mettendo in cantiere e portando a compimento la riforma del mercato del lavoro, quella della pubblica amministrazione, snodi che permetteranno di avere un paese moderno in grado di competere con le altre economie dei paesi avanzati. Il 2016 segna l’inizio di una nuova fase nel corso della quale il governo avvierà una riduzione della pressione fiscale prima sulle imprese e poi sui redditi delle persone fisiche senza per questo minare l’equilibrio dei conti pubblici».
Le riforme strutturali sono state più volte invocate dalla cooperazione come ha ricordato il copresidente Maurizio Gardini il quale ha però sottolineato come «il recupero di competitività attraverso una maggiore produttività ed efficienza non possono essere recuperati tagliando gli stipendi. La cooperazione può essere d’esempio e negli anni della crisi abbiamo preferito sacrificare gli utili piuttosto che tagliare posti di lavoro».
Anche per questo ha sottolineato il copresidente Mauro Lusetti «è bene che il nostro sistema economico sia in grado di sostenere una biodiversità imprenditoriale in grado di contrastare il pensiero unico. Come in natura è proprio la biodiversità a permettere di trovare soluzioni innovative per superare difficoltà che altrimenti diverrebbero altrimenti insormontabili».