La discesa si è arrestata, ma anche nel secondo quadrimestre 2016 prevale la stazionarietà per le cooperative aderenti alle tre centrali dell’Alleanza delle Cooperative (rappresentano l’83% dell’occupazione cooperativa e il 93% del fatturato). A frenare la risalita una domanda interna che non decolla, la battuta di arresto dell’export, ma anche i ritardi della Pa che continuano a minare i bilanci delle cooperative che garantiscono servizi per conto dello Stato e la debole competitività del sistema, con la sola eccezione dell’agroalimentare. Tuttavia le cooperative continuano a sperare in una svolta e non vengono meno alla loro funzione continuando ad assumere, come hanno sempre fatto, anche in piena crisi. Questo il quadro che emerge dalla 9° indagine congiunturale quadrimestrale realizzata dall’Ufficio Studi Agci, dell’Area Studi Confcooperative e del Centro Studi Legacoop.
Domanda: Nel secondo quadrimestre non si sono registrati tangibili segnali di ripresa dell’economia cooperativa: per 3 imprese su 4 la domanda interna è stata stazionaria, con qualche timido incremento, +2% (da 5 a7%) per lo più concentrato, a livello settoriale, nell’agroalimentare e, sul piano territoriale, nel Nord del Paese. Perde invece slancio la dinamica congiunturale della domanda estera rimasta stabile per il 56% delle cooperative, mentre i giudizi negativi sfiorano un’impresa su 3.
Competitività e fatturato: Sebbene per l’80% la percezione del posizionamento competitivo rimanga stabile rispetto al quadrimestre precedente, per le altre prevalgono i giudizi negativi rispetto a quelli positivi. Sale, infatti, dal 9,2% del precedente quadrimestre al 12,6% la quota di chi ha definito peggiorata la posizione concorrenziale, mentre scende dal 10,3% all’8,9%, la quota di chi l’ha giudicata migliore. A livello settoriale solo nella cooperazione agroalimentare si segnala un saldo positivo nei giudizi. In tutti gli altri prevalgono indicazioni di peggioramento. Su base dimensionale sia tra le grandi cooperative sia, in misura maggiore, tra le Pmi prevalgono le indicazioni di deterioramento del contesto concorrenziale. La percezione di un peggioramento riguarda, indistintamente, tutte le aree territoriali. Nel secondo quadrimestre il fatturato è rimasto stabile per 1 cooperativa su 2, il 26% ha registrato una crescita, il 23% un calo del giro di affari
Occupazione: Prosegue il miglioramento della dinamica occupazionale che interessa in misura maggiore la cooperazione di servizi, il sociale e l’agroalimentare, mentre a livello territoriale non si risolvono le criticità nel Mezzogiorno. Nel complesso, sebbene il 70% delle cooperative sia riuscito a mantenere stabili i livelli occupazionali anche nel secondo quadrimestre dell’anno, si conferma più alta la quota di cooperative, il 19%, che hanno assunto rispetto a quelle, l’11%, che hanno diminuito la forza lavoro. Su base dimensionale, si rilevano giudizi positivi sia tra le grandi cooperative sia tra le Pmi. Tra le prime le indicazioni sono comunque migliori rispetto alle seconde. Sotto il profilo settoriale prevalgono le indicazioni positive nella cooperazione di servizi e, con differenziazioni territoriali, anche in quella sociale. La dinamica congiunturale della forza lavoro occupata fa segnare un brillante recupero nella cooperazione agroalimentare, in virtù del positivo contributo della componente stagionale.
Ritardi Pa: Nove cooperative su 10 non hanno registrato segnali di miglioramento nei tempi di pagamento da parte della Pa, in particolare il 12% ha riportato un aumento dei tempi mentre il 79% alcuna variazione. Quota analoga, 91%, per i pagamenti da privati, in questo caso il 16% ha visto allungarsi i tempi di riscossione.
Ostacoli: Per 6 cooperative su 10 la domanda interna e la concorrenza sleale sono i principali ostacoli sulla strada della ripresa. In particolare, la fragilità della domanda è per quasi la metà delle cooperative, 44,4%, il principale impedimento. Segue a distanza, con il 17% la concorrenza sleale insieme alle offerte al massimo ribasso e la cooperazione spuria. Il 7% ha indicato la scarsa liquidità e il ritardo dei pagamenti amplificati dalle difficoltà di accesso al credito. Da segnalare un 4% di cooperative che ha trovato difficoltà a reperire manodopera qualificata.
Digitalizzazione e social media: Sei cooperative su 10 hanno avviato processi di digitalizzazione, 1 su 10 fa ricorso all’ecommerce nelle sue diverse configurazioni, percentuale doppia rispetto alla media delle Pmi che non va oltre il 5%. Cresce la presenza sui social media: una su due è su Facebook, 2 su 10 su Twitter e su Youtube, 1 su 10 è su Instagram; Facebook è il social preferito dalle cooperative.
Previsioni: Per i cooperatori il 2016 si chiuderà così come è iniziato: all’insegna della stazionarietà. Le cooperative, infatti, prevedono, per i prossimi mesi, un andamento prevalentemente stazionario dell’economia del Paese e, anzi, la fiducia in una ripresa del Sistema Italia perde terreno sia tra le grandi imprese sia tra le Pmi, in tutti i settori di attività e in ogni area territoriale. Sul fronte della domanda, emerge uno scenario incerto nel quale la maggioranza assoluta dei cooperatori ne prospetta una sostanziale stabilità, seppur con sostanziali differenze a livello settoriale e, comunque, la percentuale di quanti ne intuiscono un recupero supera di gran lunga quella di coloro che ne intravedono una diminuzione. Con riferimento ai livelli occupazionali, in un quadro di prevalente stazionarietà, le indicazioni di crescita della forza lavoro impiegata nei prossimi mesi sono maggiori rispetto a quelle di deterioramento, in particolare in alcuni ambiti della cooperazione sociale. Si mantengono positive, anche se in misura più contenuta rispetto alla rilevazione del precedente quadrimestre, le prospettive di investimento delle cooperative, che continuano a essere maggiormente favorevoli nelle grandi imprese rispetto alle Pmi.