Roma, 8 marzo 2017 – «I dati relativi al calo demografico, alle fughe all’estero, alla disoccupazione giovanile e alla bassa inclusione lavorativa femminile, ancora fanalino di coda non solo dell’Europa, ci fotografano una situazione desolante in cui l’Italia appare un Paese non adatto né a giovani né a donne, e tantomeno a “giovani donne”». Lo dice Maurizio Gardini, presidente Alleanza Cooperative Italiane.
«Negli ultimi 10 anni la crescita dell’occupazione femminile In Italia é stata inferiore all’1%. In Europa solo Malta ha fatto peggio di noi. Inoltre 1 donna su 4, vale a dire 2 milioni di persone, non cercano o perdono il lavoro, perché impossibilitate a conciliare vita privata e lavoro. Occorre valorizzare le politiche di conciliazione utili sia per la competitività delle imprese sia per un discorso di equità sociale».
«La cooperazione resta la formula imprenditoriale più amata dalle imprenditrici italiane. Registra, infatti, il maggior numero di donne nelle posizioni apicali: il 26% contro il 16% degli altri modelli. Anche l’occupazione è a predominanza rosa: su 1,3 milioni di occupati delle cooperative italiane il 53,8% sono donne. Questo perché le cooperative favoriscono la conciliazione vita – lavoro.
«Continueremo a rappresentare presso le istituzioni la necessità di promuovere misure di conciliazione per rimuovere gli ostacoli all’inclusione lavorativa delle donne, premiando le buone pratiche diffuse nella cooperazione, incentivando le imprese che fanno più fatica ad attivarle. Perché la competitività passa attraverso anche attraverso un modello di sviluppo realmente inclusivo che offra una nuova prospettiva di partecipazione femminile al mondo del lavoro».
«Questa stessa sensibilità e cultura la portiamo anche in Europa perché sia più coesa, più unita, tanto che stiamo lavorando attivamente per la costruzione di un network di donne cooperatrici all’interno di Cooperatives Europe, fortemente voluto dalla Commissione Donne e Parità dell’Alleanza Cooperative».
«È nostro dovere, infine, impegnarci anche per la buona accoglienza delle donne immigrate e dei loro nuclei familiari, per la loro inclusione sociale e lavorativa, contrastando – conclude la nota – con in ogni modo e con tutte le nostre forze il fenomeno della tratta e della violenza».