«Chiediamo un rilancio dell’Europa su tre fronti: politiche sociali, economiche e fiscali e pluralismo imprenditoriale. Il movimento cooperativo guarda con grande attenzione a questi possibili sviluppi, pronto a fornire il suo contributo per una crescita sostenibile ed inclusiva». Lo dice Maurizio Gardini, presidente dell’Alleanza Cooperative Italiane, guidando una delegazione dell’Alleanza all’incontro con un folto gruppo di europarlamentari italiani guidati da Patrizia Toia, capo delegazione italiana del S&D e Elisabetta Gardini capo delegazione italiana del PPE. Tra gli altri Rosa D’Amato, portavoce M5S e capodelegazione al Parlamento Europeo e David Sassoli, vicepresidente del Parlamento Europeo.
«L’unione economica e monetaria va completata attraverso un più stretto coordinamento delle politiche economiche e fiscali comuni, – si legge nella nota diffusa a margine dell’incontro – attraverso la convergenza fiscale, tenendo conto delle differenze territoriali, garantendo una più equa redistribuzione delle risorse all’interno dei Paesi, la riduzione dei divari sulle tassazioni di redditi e capitali, per sviluppare una capacità maggiore di generare investimenti».
«Per quanto riguarda l’aspetto sociale, la spesa dell’UE – sottolinea la nota – rappresenta solo lo 0,3% del bilancio complessivo per innovazione sociale e nuovo welfare, riduzione delle disuguaglianze e contrasto alle povertà, riduzione dei divari di genere, diritti del lavoro e attenzione alle esigenze dei soggetti deboli del mercato: temi a favore dei quali l’Unione Europa assegna ancora troppe poche risorse».
«Tra gli scenari del Libro Bianco sul futuro dell’UE, non può arrestarsi il processo di convergenza dei Paesi Membri verso un’Europa più sociale, più inclusiva, più orientata allo sviluppo sostenibile e meno alla sola tenuta dei conti per le evidenti esigenze monetarie. Diciamo no, inoltre, all’Europa a taglia unica, invocando maggiore attenzione alle biodiversità imprenditoriali grazie alle quali le cooperative arricchiscono il quadro economico europeo e sono portatrici di crescita, occupazione e innovazione in tutti i settori: dal credito all’agroalimentare, dal consumo al welfare e ai servizi. Un esempio su tutti è l’esperienza dei workers buyout. I casi di lavoro ricreati dalla cooperazione italiana – conclude la nota – che in questi anni ha permesso di salvare migliaia di posti di lavoro trasformando imprese in crisi in cooperative dove gli ex dipendenti sono diventati imprenditori di se stessi. Un fenomeno così significativo da destare interesse di studio in tutta l’Unione Europea».