Dl Dignità, voucher, riders, lotta alle false coop e alle false imprese, rappresentanza, debiti PA, questi i temi affrontati con il vicepremier Luigi Di Maio, nel corso dell’assemblea nazionale dell’Alleanza delle Cooperative, dal presidente Maurizio Gardini, e dai copresidenti Mauro Lusetti e Brenno Begani.
Dl Dignità «Accogliamo con favore le norme che premiano chi investe in Italia e non delocalizza. Le cooperative sono legate al territorio dove creano reddito e occupazione, gettito fiscale e previdenziale. Basti pensare che con i workers buyout, le cooperative tra gli ex dipendenti che rilevano le aziende in default, rigenerano occupazione con un investimento di 13.000 euro per ciascun lavoratore. Aspetto ancora più importante, per 1 euro investito, ne tornano 7 in termini di gettito fiscale e previdenziale. Sul fronte lavoro, condividiamo l’obiettivo di contrastare la precarietà. Riteniamo, però, che si possano adottare strumenti più efficaci rispetto alla reintroduzione delle causali storicamente fonte di contenzioso tra imprese e lavoratori. Sono circa 280.000 i contratti di lavoro già in essere su cui pende l’effetto delle norme transitorie. Incoraggiamo, poi, tutte le misure di sostegno alla stabilizzazione dei contratti di lavoro a termine per evitare in un clima di incertezza il turn over dei lavoratori o l’abuso delle partite Iva».
Non solo lotta alle false cooperative (100.000 lavoratori sfruttati), ma anche alle false imprese (3,3 milioni di lavoratori sfruttati) «Nessuno più di noi ha interesse a stanare e sconfiggere le false cooperative che sfruttano 100.000 lavoratori, umiliano la dignità delle persone, eludono il fisco per oltre 750 milioni di euro e rischiano di “far morire di legalità” oltre 4.000 cooperative della logistica e del welfare che operano correttamente sul mercato. Il nostro modo di fare rappresentanza ci porta a offrire soluzioni. Lo abbiamo fatto con una proposta di legge di iniziativa popolare, ma 18 mesi di iter parlamentare non sono riusciti a trasformare il ddl in legge. Siamo gli unici a chiedere misure severe sull’illegalità nel fare impresa, invece dovrebbe interessare anche altri dal momento che sono 3,3 milioni i lavoratori sfruttati in Italia. Ci troviamo non solo di fronte a false coop, ma anche a false imprese».
Riders, il riscatto passa in cooperativa. Come? Con il Platform Cooperativism, la tecnologia è al servizio della persona, crea lavoro e non lo distrugge. In Francia è già realtà, si chiama CoopCycle «Basta riders schiavi delle App delle multinazionali. Possono riunirsi in cooperativa e diventare titolari della propria App, che lavora per le persone e non viceversa. In questo modo i riders, soci della cooperativa, diventerebbero padroni del proprio lavoro, senza essere più in balìa delle piattaforme delle multinazionali. In Francia è già realtà. Si chiama CoopCycle. Alleanza delle Cooperative sarà in prima fila per incoraggiarne lo sviluppo in Italia. È così che l’innovazione tecnologica crea lavoro e non lo distrugge».
Voucher: «Il voucher è uno strumento utile e corretto, se controllato, tracciato e utilizzato in dosi giuste. Va però effettivamente limitato al solo lavoro occasionale ed è molto utile per far emergere il lavoro nero. Da monitorare l’uso che ne viene fatto dalle false imprese: in quel caso diventa uno strumento nocivo per il mercato e per i lavoratori».
Legge sulla rappresentanza: «Siamo lontani dagli incontri a 53 sigle nella Sala Verde di Palazzo Chigi, ma ci sono ancora tante, troppe siglette che non sono rappresentative dell’economia reale, ma solo della classe dirigente che le governa e che sono firmatarie di contratti in dumping che sfruttano i lavoratori. Le associazioni devono rappresentare gli interessi reali delle imprese o dei lavoratori che associano. Su questo punto chiediamo al governo una legge per misurare l’effettiva capacità delle tante associazioni di rappresentanza sia dei lavoratori sia delle imprese».
Debiti PA: «Negli anni della crisi sono fallite 100.000 imprese a causa dei ritardi di pagamento della pubblica amministrazione. A conti fatti, tra i fallimenti, 1 su 4 è stato determinato dai mancati pagamenti della PA. Chiediamo al governo, con la dovuta considerazione del delicato equilibrio dei conti pubblici, di intervenire. Le imprese continuano in troppi casi a fare da banche alla PA».