L’obiettivo di determinare livelli minimi di retribuzione dignitosi per i lavoratori è condivisibile, ma va conciliato con l’esigenza di valorizzare il ruolo della contrattazione sottoscritta dalle parti sociali comparativamente più rappresentative a livello nazionale. È ad essa che spetta la determinazione del salario minimo, riservandola alla legge solo nei settori nei quali la contrattazione leader è assente, o dove prevalgono contratti sottoscritti da soggetti non rappresentativi. Un’impostazione che si ritrova solo nelle risoluzioni Serracchiani e Murelli.
Ad affermarlo -nel corso dell’audizione, presso l’XI Commissione della Camera, sulle risoluzioni degli Onorevoli Rizzetto, Serracchiani, Segneri e Murelli concernenti l’istituzione di una retribuzione minima oraria- sono stati i rappresentanti dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, che hanno invece messo in guardia sull’ipotesi di prevedere un salario minimo di legge valido per tutti.
“In questo modo -hanno sottolineato- si introdurrebbe un pericoloso sistema che non ha nulla a che vedere con la storia delle relazioni industriali e degli assetti contrattuali del nostro paese, dove la definizione dei salari minimi resta prerogativa delle parti sociali; senza dimenticare che il contratto collettivo non stabilisce solo i salari, ma garantisce tutele e diritti per i lavoratori e opportuni strumenti di flessibilità alle mutate esigenze organizzative e di mercato delle imprese”.
I rappresentanti dell’Alleanza hanno quindi ricordato che il sistema cooperativo vanta da oltre 10 anni una specifica disciplina sul salario minimo che ha imposto, per i soci lavoratori, l’applicazione dei minimi contrattuali previsti dai CCNL sottoscritti dalle parti sociali comparativamente più rappresentative a livello nazionale: applicazione che sarebbe semmai da estendere a tutti i lavoratori delle cooperative. Più in generale, si è voluto affermare il principio del rispetto della contrattazione leader nel settore cooperativo, sviluppando un forte impegno nella lotta al dumping contrattuale e alla concorrenza sleale subiti da imprese che ricorrono abitualmente a contratti pirata. Specificità cooperative che sono state colte dalle risoluzioni Segneri e Murelli.
I rappresentanti dell’Alleanza hanno espresso condivisione riguardo alla richiesta al Governo, contenuta nella risoluzione Murelli, di una riforma della disciplina delle cooperative al fine di rimediare alle distorsioni di mercato ed alla concorrenza sleale operata dalle false coop, ricordando che l’Alleanza ha promosso una legge di iniziativa popolare in tal senso presentata nella scorsa legislatura ed ha avanzato altre proposte nella legislatura attuale.
In conclusione, hanno ribadito che sarebbe corretto aprire una riflessione approfondita con le parti sociali comparativamente più rappresentative per focalizzare meglio il rapporto con la contrattazione collettiva e con la misurazione della rappresentanza, con l’obiettivo di attribuire ai contratti nazionali sottoscritti da quelle comparativamente più rappresentative il compito di stabilire minimi salariali validi erga omnes.
(foto Ansa)