Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza deve essere utilizzato per attivare importanti investimenti, realizzando le riforme che ne assicurino la rapida realizzazione, che consentano di colmare quei gap di ritardo infrastrutturale e di sostenibilità della mobilità del Paese che ne frenano la competitività internazionale.
A sostenerlo è stato il presidente dell’Alleanza delle Cooperative, Mauro Lusetti, a nome della delegazione composta da Massimo Stronati presidente Confcooperative Lavoro e Servizi e dal copresidente di Alleanza Giovanni Schiavone, nel corso dell’incontro video con il ministro della Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini.
Per quanto riguarda la logistica e i trasporti, nodi cruciali per la ripresa e la trasformazione del Paese, l’Alleanza delle Cooperative indica la necessità che siano iscritti in un quadro più ampio con un approccio organico alla sostenibilità, per superare le insufficienze tradizionali del settore, come lo squilibrio sul trasporto su gomma e la frammentazione in imprese di piccole dimensioni soggette alla pressione della competizione estera. “I fondi dell’Unione Europea e le politiche di sostenibilità – ha detto Lusetti – sono una grande opportunità di revisione della rete nazionale nel quadro di quella europea, per individuare nuovi nodi e assi strategici nazionali per il trasporto di merci e persone”.
Bene, quindi, secondo l’Alleanza, che almeno la metà degli interventi della componente Ferrovie ad alta velocità e strade sicure sia dedicata ad interventi nelle regioni del Mezzogiorno, in particolare per i necessari adeguamenti infrastrutturali delle linee regionali di trasporto pubblico.
Più in generale, sul fronte delle infrastrutture, l’Alleanza delle Cooperative ha sostenuto che, prima ancora della lista delle opere, sono prioritari i temi della riforma del sistema e di semplificazione degli appalti, vista l’enorme dilatazione dei tempi di realizzazione delle opere pubbliche: per ricostruire occorre tramutare rapidamente le risorse europee in investimenti efficaci. “Oggi la vera questione – hanno sottolineato Lusetti, Stronati e Schiavone – è individuare specifiche semplificazioni della normativa, sulla strada già tracciata dal decreto Semplificazioni, risolvendo magari alcune contraddizioni da quest’ultimo generato”. A giudizio dell’Alleanza, i principali interventi debbono riguardare le fasi a monte e a valle delle gare per la realizzazione di infrastrutture. In particolare, occorre aumentare la cultura amministrativa e progettuale delle stazioni appaltanti, anche attraverso un rafforzamento delle competenze della PA, e ridurre i tempi di attraversamento tra le diverse fasi delle procedure a monte della gara. Inoltre, è necessario stabilizzare le nuove norme del DL semplificazioni sulla responsabilità amministrativa ed erariale dei funzionari pubblici per incentivarne l’assunzione delle responsabilità, sia tutelando le loro scelte che per indurli a non procrastinarle.
Infine, l’Alleanza ha ricordato che il dibattito pubblico su questa materia si concentra sempre troppo sulla fase di gara, spingendo verso sempre più pericolose compressioni della concorrenza, a motivo di termini di presentazione dell’offerta ridotti all’osso e di un ampio utilizzo delle procedure negoziate e degli affidamenti diretti, a discapito del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa che garantisce qualità delle opere e tutele dei lavoratori. Da qui un monito: “Non bisogna tralasciare la fase di esecuzione, migliorando la collaborazione tra stazioni appaltanti e imprese per evitare il più possibile il ricorso al giudice per risolvere i conflitti e consentire un adeguamento dei prezzi per affrontare le difficoltà generate dalla pandemia”.