Il lockdown dovuto alla pandemia ha dimostrato quanto sia importante l’industria del turismo e della ristorazione per l’economia italiana, e tutti ci siamo accorti quanto fosse prezioso qualcosa che mancava.
Se la politica europea della pesca in Mediterraneo continuerà a ridurre l’attività dei nostri pescherecci costringendo alla chiusura le imprese ci accorgeremo di quanto ci mancherà il prodotto ittico dei nostri mari, e di quanto fosse importante per la ristorazione e per il turismo.
La cultura del mare, la vitalità delle nostre comunità costiere, il colore dei nostri mercati ittici e dei nostri porti di pesca rischiano di essere un ricordo del passato a causa di una politica dissennata che mira a chiudere la pesca a strascico, il comparto principale che rifornisce di pesce fresco le tavole degli italiani e dei turisti.
Senza la pesca perderanno buona parte dell’attrattiva tante località turistiche che grazie ai profumi e sapori della nostra gastronomia di mare attirano importanti flussi turistici. Difficile pensare a una riconversione della nostra cucina di mare verso sogliole di Dover, merluzzo atlantico o pangasio del Mekong, ed ancora più difficile sperare che i turisti vengano nel bel Paese per mangiare lo stesso pesce che trovano a casa loro.
Difficile immaginare un porto senza pesca.
Eppure questa è una prospettiva che Bruxelles sta rendendo sempre più probabile, cercando di ridurre la nostra pesca al punto di ucciderla.
Quella della pesca non è una battaglia solo dei pescatori, ma di tutte le economie che con il nostro pesce vivono e prosperano, turismo e ristorazione in prima fila. È una battaglia di tutti i cittadini.
Fermiamoli prima che sia troppo tardi, salviamo la pesca italiana.
Le manifestazioni sono previste a partire dalle 10.30 a Venezia-Fondamenta Le Zattere e a Mazara del Vallo-Piazza della Repubblica, e da nord a sud in tantissimi porti.
In diretta l’evento Facebook sulla Pagina “Salviamo la pesca italiana”