Caporalato «Protocollo è impegno concreto per includere gli stranieri e contrastare le aree di illegalità»

«La firma del protocollo di oggi costituisce un passo importante nella direzione di una vera “politica del fare” in attesa che il legislatore emani ulteriori provvedimenti per la lotta al caporalato. Vengono, infatti, poste le basi per realizzare una serie di interventi concreti di accoglienza e integrazione dei lavoratori stranieri che periodicamente arrivano nelle regioni meridionali durante i periodi delle grandi raccolte. L’auspicio è che i progetti che saranno realizzati sui territori, con il coinvolgimento di tutte le istituzioni e le parti sociali firmatarie del protocollo, andranno progressivamente ad eliminare le diffuse situazioni di disagio e di emarginazione dei lavoratori immigrati, che sono state spesso terreno fertile per forme di criminalità organizzata e di sfruttamento.  Questa iniziativa ha anche il merito di riuscire a fare sistema tra tante organizzazioni, enti noprofit e amministrazioni locali che sino ad oggi si sono occupate di contrastare il caporalato e di garantire una assistenza dignitosa, rendendo più efficaci e coordinate le iniziative. Ne beneficeranno non solo i lavoratori, che sono i primi soggetti a cui si rivolge il protocollo, ma la stessa immagine dell’agricoltura che troppo spesso è stata connotata negativamente proprio per le tante forme di irregolarità del lavoro agricolo e per la mancata integrazione di tanti lavoratori stagionali». Così Giorgio Mercuri commenta il protocollo contro il caporalato siglato per conto dell’Alleanza delle Cooperative con i ministeri del Lavoro, dell’Interno, delle Politiche Agricole, le Regioni (Basilicata, Calabria, Campania, Piemonte, Puglia e Sicilia) e le principali organizzazioni sindacali e datoriali.


Alleanza Cooperative Italiane

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