Con impieghi complessivi che sfiorano i 60 milioni di euro, CFI archivia il 2016 con un deciso segno più. Lo scorso anno l’investitore istutuzionale del mondo cooperativo ha deliberato 46 investendo 58,7 milioni,.
I workers buyout restano gli interventi prevalenti nell’attività di CFI. Nel periodo 2012-2016 ne sono stati deliberati 76, soprattutto nel settore industriale, ma sono anche aumentate, in particolare nell’ultimo biennio, le richieste volte allo sviluppo e al consolidamento di imprese già partecipate. Tra gli interventi realizzati merita una particolare attenzione il workers buy out Nuova Plastica Sud di Brindisi, progetto promosso da 15 lavoratori di un’impresa in confisca definitiva. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con l’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati e ha permesso di definire un modello di intervento adottabile in nuove iniziative, con l’obiettivo di mettere a disposizione dell’Agenzia le competenze e le risorse presenti in CFI, al fine di promuovere il recupero di aziende confiscate alla criminalità organizzata attraverso la costituzione di cooperative di lavoratori.
«CFI è una delle risposte della cooperazione alla crisi – ha sottolineato nel suo intervento all’assemblea dei soci Maurizio Gardini, presidente dell’Alleanza delle Cooperative Italiane – offre una prospettiva di riscatto a chi rischia di perdere il lavoro che diventa artefice di un progetto imprenditoriale rinnovato. Sono centinaia i casi di imprese recuperate con il sostegno di CFI e dell’Alleanza Cooperative. Oltre 15.000 posti di lavoro salvati e ricreati per un costo pari a 13.000 euro a occupato. Sfido chiunque a dimostrare di saper fare meglio».
Sul piano gestionale, CFI ha proseguito nella politica di riduzione dei tassi di interesse sui finanziamenti, per rendere sempre meno onerosi gli interventi a sostegno delle cooperative.
Due eventi di particolare rilevanza hanno interessato l’attività di CFI. Il primo è quello legato alla presentazione, nelle Commissioni Lavoro e Attività Produttive della Camera dei Deputati, di due proposte di Risoluzione, a giugno e a settembre 2016, che hanno riportato al centro dell’attenzione il tema delle politiche attive per il lavoro e degli strumenti per la loro realizzazione. L’iniziativa ha promosso un ampio confronto sul tema della partecipazione dei lavoratori al recupero delle aziende in crisi, che ha coinvolto l’Alleanza delle Cooperative, i sindacati, molte imprese nate con i WBO e la stessa CFI. I lavori si sono conclusi con una Risoluzione unitaria sulle “Iniziative volte a favorire l’acquisizione del capitale sociale delle imprese da parte dei loro dipendenti”, approvata all’unanimità il 29 marzo scorso. Un importante riconoscimento al ruolo svolto da CFI nei suoi trent’anni di attività, come strumento di attuazione della Legge Marcora e di sostegno all’occupazione.
Il secondo evento ha riguardato l’approvazione di un emendamento alla Legge di bilancio 2017, che ha previsto il rifinanziamento del Fondo agevolato ex DM 4/12/2014 per il 2017 e il 2018, e introdotto la possibilità di utilizzare nuovi strumenti finanziari a supporto delle cooperative di lavoratori, come il prestito subordinato e il prestito partecipativo. Nuove risorse e nuovi strumenti di intervento che permetteranno di rafforzare l’attività di CFI e di fornire un più ampio ventaglio di soluzioni a sostegno delle cooperative.
Il 2016 per CFI non rappresenta solo il bilancio di un anno, ma di 30 anni di attività. Un lungo periodo di grandi mutamenti economici e sociali, in cui ha dimostrato di essere un efficace strumento di politica attiva del lavoro, finanziando 370 imprese, con investimenti di oltre 204 milioni di euro e 15.148 posti di lavoro creati o salvati.
Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da rilevanti novità, che hanno avuto un impatto sia sul piano normativo, sia su quello economico, gestionale e organizzativo, modificandone il ruolo e accentuandone le responsabilità.