Il percorso di revisione del Codice dei contratti pubblici, aperto dal Governo con la recente approvazione di una legge delega e proseguito dal Parlamento con l’avvio di una consultazione tra gli operatori economici per individuare i principali ambiti di modifica, è opportuno e condivisibile; ma in attesa che la legge delega compia il suo iter e vengano approvati i relativi decreti attuativi è necessario apportare in tempi brevi alcune prime modifiche al Codice per sbloccare i cantieri e rilanciare gli investimenti.
A sostenerlo sono stati i rappresentanti dell’Alleanza delle Cooperative Italiane nel corso dell’audizione nell’ambito dell’indagine conoscitiva sull’applicazione del Codice dei contratti pubblici, svoltasi presso la Commissione Lavori Pubblici e Comunicazioni del Senato.
La valutazione dell’Alleanza muove dagli effetti negativi prodotti dalla riforma entrata in vigore nel maggio 2016, testimoniati dalla drastica riduzione dell’emissione dei bandi di gara nell’ambito dei lavori pubblici, rispetto alla quale sembrano ancora insufficienti i parziali recuperi registrati nel 2017 e nel 2018. Senza dimenticare le difficoltà derivanti dall’applicazione del Codice all’assegnazione e alla cantierizzazione dei lavori.
“Gli ambiti di modifica presenti nella consultazione -hanno sottolineato i rappresentanti dell’Alleanza- toccano tutte le principali problematiche che anche noi abbiamo sollevato e pertanto auspichiamo che vengano portati avanti con decisione tenendo conto dei principi contenuti nella direttiva europea del 2014 (per la quale l’Italia ha subito l’apertura di una procedura di infrazione per violazione nel recepimento) e del generale divieto di eccesso di regolazione, in un’ottica di semplificazione che renda più agevole trasformare le risorse stanziate in questi anni in quei lavori necessari a rimodernare e manutenere un Paese che vive criticità infrastrutturali sempre più gravi”.
Nel merito, l’Alleanza delle Cooperative ha elaborato una serie di proposte dettagliate, alcune delle quali potrebbero essere concretizzate da subito attraverso un provvedimento ad hoc mirato a sbloccare i cantieri e rilanciare gli investimenti.
In concreto, l’Alleanza propone di assicurare: il chiarimento dei profili di responsabilità amministrativa, erariale e penale dei funzionari pubblici, al fine di evitare il “blocco della firma”; la modifica della disciplina della solidarietà all’interno dell’ATI, per evitare il contagio del sistema a causa delle crisi aziendali scoppiate nell’ultimo periodo; la revisione della normativa sul subappalto, con particolare riferimento alle limitazioni all’utilizzo in fase di esecuzione e di qualificazione e all’obbligatorietà dell’indicazione di una terna di subappaltatori; l’individuazione di mezzi alternativi di risoluzione delle controversie in fase di esecuzione, rivedendo la disciplina dell’accordo bonario, dell’arbitrato, della transazione e il ripristino del collegio consultivo tecnico; la semplificazione del percorso deliberativo per il finanziamento e la progettazione delle opere pubbliche, in relazione al ruolo del CIPE, della Corte dei Conti, del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e delle conferenze dei servizi; Il superamento del principio di rotazione negli affidamenti sotto soglia. L’Alleanza chiede, inoltre, di assicurare certezza circa i tempi di programmazione, svolgimento e conclusione delle procedure di aggiudicazione dei contratti e l’effettiva applicazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa.
(Foto Ansa)