Roma, 12 marzo 2013 – Senza una revisione del patto di stabilità che consenta lo sblocco immediato degli investimenti e dei pagamenti pubblici necessari per la ripresa dell’economia, anche le imprese cooperative, che pure hanno tutelato l’occupazione in presenza della crisi, corrono seri rischi di sopravvivenza.
A lanciare l’allarme è Giuliano Poletti, Presidente dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, anche a nome dei copresidenti Maurizio Gardini e Rosario Altieri, alla vigilia della riunione del Consiglio Europeo del 14 e 15 marzo.
“La drammatica situazione dell’economia e dell’occupazione” -sottolinea Poletti- “richiede un deciso cambiamento di approccio anche da parte delle istituzioni comunitarie. Bisogna che il Governo italiano si impegni a negoziare politiche di sostegno alla crescita attraverso un allentamento dei criteri del patto di stabilità, differenziando nel contempo la valutazione della spesa degli stati membri, a seconda che si tratti di spesa per investimenti o di spesa corrente, adottando la “golden rule” mirata alla scomputo di alcuni investimenti dai vincoli di bilancio. Di riflesso, occorre allentare i vincoli del Patto di stabilità interno, in favore di una ripresa degli investimenti nei comuni, come sostenuto anche dall’Anci”.
“Inoltre, per rilanciare l’economia italiana” -aggiunge il Presidente dell’Alleanza delle Cooperative Italiane- “bisogna affrontare il tema dei pagamenti dei crediti delle imprese per lavori, servizi e forniture verso la Pubblica Amministrazione e quello dei rimborsi fiscali, negoziando, anche in questo caso, l’esenzione dalle regole del patto di stabilità; così come occorre trovare il modo di intervenire per risolvere tutto il debito pregresso, anche quello di natura fiscale”.
“Infatti, nonostante le risorse messe a disposizione dalla Banca Centrale Europea per sopperire alle carenze di liquidità” -osserva Poletti- “il tema del pagamenti dei debiti della PA non è risolvibile attraverso il ricorso al credito bancario”.
“A tale proposito” -conclude Poletti- “è maturo il tempo di dar seguito ad un piano di politica monetaria che vincoli la provvista BCE ad un impiego di queste risorse alle esigenze di credito e liquidità delle imprese, in particolare delle PMI e delle cooperative in ragione del ruolo che svolgono per la tutela dell’occupazione”.