Le previsioni del governo di un calo dell’8% del PIL nel 2020 sono coerenti con il consenso generale, così come quelle di un rimbalzo degli andamenti economici già dalla fine dell’anno. Ma la possibilità di ottenere rapidamente questa inversione di tendenza dipenderà molto dall’efficacia delle misure messe in campo, dalla loro rapidità e dell’ammontare delle risorse da dedicare, italiane ma soprattutto europee.
Ad affermarlo, in occasione dell’audizione sul Documento di Economia e Finanza presso le Commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato, è il presidente dell’Alleanza delle Cooperative, Mauro Lusetti, anche a nome dei copresidenti Maurizio Gardini e Giovanni Schiavone, sottolineando anche la necessità di “incidere pesantemente per invertire il trend degli investimenti (previsti in calo del 12%) e delle esportazioni (-14%), che sono le componenti più rilevanti dal punto di vista dell’ effetto moltiplicatore e determinano in misura maggiore il livello di crescita del nostro Paese”.
“Sembrano abbastanza prudenziali – sottolinea inoltre Lusetti – le previsioni di una spesa per interessi piatta (3,6% del PIL), a fronte di un aumento considerevole dello stock di debito pubblico, così come, a fronte di una riduzione di entrate per oltre 50 miliardi di euro, quelle di una pressione fiscale ferma nell’anno ma in aumento di quasi un punto per il 2021, che può celare interventi fiscali futuri da considerare in ragione del criterio della progressività nell’imposizione e a tutela dei redditi d’impresa e da lavoro, vista la pressione fiscale già alta sulla componente lavoro”.
«Al netto della durata dell’impatto delle misure di lockdown – aggiunge il presidente dell’Alleanza – è oggi prioritario affrontare il tema della liquidità, soprattutto, ma non solo, per tutte quelle imprese che sono state ‘ibernate’ per legge o di fatto, perché il virus ha bloccato gli spostamenti delle persone e in parte delle merci. Le misure straordinarie varate su questo terreno dal governo sono positive, ma è indispensabile assicurare tempestività e risorse adeguate, anche perché molte delle imprese ferme registravano già tensioni finanziarie interne».
Accanto a quella nazionale, serve però una rapida e forte iniziativa europea. Oltre alle misure già adottate, è necessario che «l’accordo embrionale raggiunto sul Recovery Fund trovi subito corso e corrisponda alle esigenze di reperimento di risorse straordinarie per almeno 1.500 miliardi di euro, attraverso l’emissione di Bond straordinari e garantiti dal bilancio europeo. Senza questo impegno straordinario, difficilmente potremo guardare al futuro, come è invece già il momento di fare».
Ed è al futuro che guarda “Ricostruire l’Italia Cooperando – La cooperazione italiana per un piano nazionale della sostenibilità”, documento elaborato dall’Alleanza delle Cooperative e già trasmesso al Presidente del Consiglio, con alcune proposte a partire dalla discussione sul DEF.
«Il piano – sottolinea la nota – contiene tre grandi misure per l’Italia che si basano sulla capacità degli italiani di investire, consumare e raccogliere risorse per lo sviluppo del proprio Paese, sul recupero del senso civico e su un grande piano di sviluppo dell’impresa culturale e solidale. Immaginiamo, inoltre, alcuni interventi prioritari per la ripartenza: sblocco dei cantieri, liquidità per imprese, pagamenti dei debiti della PA, sburocratizzazione, riduzione degli oneri per le imprese, sostegno alla capitalizzazione e alla trasmissione delle imprese in favore dei lavoratori dipendenti. Inoltre, proponiamo interventi per la transizione ecologica, per lo sviluppo comunitario, per l’innovazione e la digitalizzazione, per la strutturazione dell’assistenza primaria e lo sviluppo della white economy, per l’internazionalizzazione e il lavoro (e tanto altro). Nel complesso, il piano contiene 31 proposte sulle quali siamo in grado di presentare iniziative concrete, proposte normative o altri provvedimenti».