Dopo una lunga e complessa trattativa durata cinque anni, è stato siglato, da parte delle associazioni cooperative Ancc-Coop, Confcooperative Consumo e Utenza, A.G.C.I Settore consumo e le Organizzazioni Sindacali Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Uiltucs-Uil, l’accordo di rinnovo della parte economica del contratto nazionale di lavoro per i dipendenti da imprese della distribuzione cooperativa.
L’accordo prevede un aumento retributivo a regime di 65 euro lordi (di cui 50 euro da febbraio e la restante parte a luglio) al quarto livello riparametrati e riproporzionati ed una indennità una tantum di 1.000 euro (di cui 500 euro a febbraio 2019 e il resto a marzo 2020).
Le parti hanno inoltre concordato di investire sul welfare aziendale aumentando il contributo a carico delle cooperative per il consolidamento e il miglioramento delle prestazioni sanitarie. L’accordo prevede un incremento di 48 euro all’anno per i lavoratori a tempo parziale e di 12 euro all’anno per i lavoratori a tempo pieno.
Le parti hanno convenuto inoltre di lasciare inalterate le altre norme contrattuali vigenti pur se più onerose per le imprese cooperative.
Per il presidente Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori), Stefano Bassi: “Siamo soddisfatti innanzitutto perché l’accordo raggiunto nel dare risposte concrete ai lavoratori consente un importante risparmio strutturale sui costi aziendali, consolida e migliora le prestazioni di assistenza sanitaria erogate dal Fondo Coopersalute e garantisce un presidio territoriale nelle aree marginali. Tutto ciò conferma la distintività anche contrattuale della cooperazione dei consumatori rispetto altre insegne della grande distribuzione. Un ringraziamento particolare alla delegazione trattante e a quanti hanno sostenuto le posizione della cooperazione di consumatori”.
La cooperazione di consumatori è uno dei grandi datori di lavori dell’economia nazionale, occupa oltre 65.000 dipendenti delle cooperative di consumatori, circa 2 miliardi di retribuzioni e oneri sociali versati, più del 94% i contratti di lavoro a tempo indeterminato, oltre 17 milioni le risorse investite in percorsi formativi.