Valdis Dombrovskis, il vicepresidente lettone della Commissione europea, con delega per l’euro e il dialogo sociale, in visita a Roma ha incontrato le principali parti sociali italiane. All’incontro, presso la rappresentanza della Commissione europea, erano invitati Abi, Alleanza delle Cooperative Italiane (presente con Altieri e Mannino), Ania, Confindustria, ReteImprese Italia, Cgil, Cisl, Uil e Ugl.
Nel suo intervento, Dombrovskis ha evidenziato come Juncker abbia voluto, attraverso una delega apposita,valorizzare il dialogo tra le parti economiche e sociali e le Istituzioni europee quale strumento indispensabile per la programmazione della ricerca e dello sviluppo.
Il Vice Presidente Dombrovskis ha inoltre evidenziato gli sforzi che le Istituzioni europee stanno profondendo per garantire, nonostante i notevoli punti di criticità comunque presenti in Europa, una crescita armoniosa che coinvolga quanto più omogeneamente possibile tutti i Paesi membri.
Si è intrattenuto anche su una serie di fattori che, se non opportunamente rimossi, rischiano di compromettere risultati altrimenti significativi, come quello di un tasso di disoccupazione insostenibile soprattutto in alcuni Paesi tra cui l’Italia e quello, ancor più grave, della disoccupazione giovanile e femminile.
La delegazione dell’Alleanza delle Cooperative Italiane era costituita dal Presidente Rosario Altieri e dal Coordinatore Vincenzo Mannino.
Nel corso del suo intervento, Altieri ha espresso l’apprezzamento della Cooperazione italiana per la scelta operata dal Commissario Juncker di istituire una delega specifica per il dialogo sociale, affidandone la responsabilità ad uno dei suoi Vice Presidenti.
Il dialogo sociale, ha affermato Altieri, è uno degli strumenti più importanti, se non il più importante, in grado di coinvolgere tutti gli attori che partecipano allo sviluppo. L’auspicio è, a tal proposito, che l’esempio dell’Europa suggerisca anche al Governo italiano di dare maggiore impulso al confronto con le Parti economiche e sociali.
Entrando nel merito delle questioni, Altieri ha evidenziato come sia necessario rimuovere alcuni punti di criticità che impediscono all’intera Europa di tenere un passo di crescita sostenuto ed in linea con molte altre aree del pianeta.
Uno di essi è rappresentato dalla disomogeneità dei dati economici dei Paesi aderenti all’Unione Europea: si registra, infatti, una difformità delle performance delle varie economie, per alcune delle quali, come per quella italiana, solo nel 2015 è possibile immaginare l’uscita dalla recessione. Ciò, sostiene Altieri, è dovuto alla mancanza di una vera integrazione politica ed economica dell’Europa, che fa fatica a sostenere una moneta unica in costanza di diverse politiche economiche nei diversi Paesi. È evidente, aggiunge Altieri, che una politica economica europea non possa essere utilmente sostituita con un sistema che prevede direttive e raccomandazioni.
Un’economia globale non consente di far fronte a decisioni sempre più immediate attraverso sovrastrutture decisionali che ne impediscono la velocità.
Per quanto riguarda l’Italia, continua Altieri, pur apprezzando gli sforzi dell’Esecutivo sul fronte delle riforme strutturali, si registra una scarsa capacità di cogliere alcuni dati macroeconomici favorevoli alla crescita, come la caduta del prezzo delle fonti energetiche tradizionali (petrolio, gas naturale) o il deprezzamento dell’euro soprattutto rispetto al dollaro.