ECONOMIA SOCIALE – “Un’unica voce per contare di più nella società e sul mercato”

Roma, 19 novembre 2014 – Insieme, per avere più voce. Bene dunque l’Alleanza delle Cooperative, ma occorre avere il coraggio di andare anche oltre. Perché è tutta l’economia sociale a dovere unire le forze per divenire un interlocutore più autorevole. Lo ha sostenuto il presidente dell’Alleanza Mauro Lusetti, intervenendo alla Conferenza europea sull’economia sociale, che si è svolta a  Roma.

 
Più di 190 relatori da 25 Paesi europei  hanno discusso alla due giorni sul ruolo della Social economy promossa dal ministero del Lavoro e del Welfare. Diversi temi sono stati affrontati in 10 sessioni per approfondire vari aspetti fra i quali le politiche di supporto a livello nazionale ed europeo, gli strumenti finanziari e intermediari possibili, il rapporto con il settore pubblico. La voce dei soggetti dell’economia sociale ha dato vita al documento finale “Unlocking the Potenzial of the Social Economy for EU Grouth: the Rome Strategy”.

 
“L’Alleanza delle Cooperative Italiane – ha spiegato Lusetti – è indispensabile ma non è sufficiente. Le diverse componenti dell’economia sociale devono trovare un disegno comune per avere più spazio, potere e visibilità nell’interlocuzione anche con le Istituzioni europee. L’Alleanza è un grande progetto di trasformazione della società, da cui vogliamo però partire per trovare un più ampio consenso tra tutte le forze dell’economia sociale”.
“Siamo già in fase di realizzazione – ha detto Lusetti – dell’unificazione delle tre principali centrali cooperative: proprio partendo dallo sforzo che abbiamo fatto noi, con più forza possiamo chiedere alle istituzioni di fare altrettanto e valorizzare e sostenere gli attori dell’economia sociale. L’andamento registrato durante la crisi testimonia in modo inequivocabile che l’impresa cooperativa, ha avuto ed ha un comportamento diverso da quello delle altre imprese: una simile differenza deve essere riconosciuta dall’UE”.

 
Nella prima giornata di lavori, davanti alla platea dell’Auditorium Massimo nel quartiere Eur, il sottosegretario Luigi Bobba aveva spiegato i motivi di questo convegno: “Questa conferenza vuole attirare attenzione su un settore importante. Il Governo ha scritto un’ampia Riforma in discussione alla Camera su volontariato, associazionismo e cooperazione sociale. Abbiamo seguito un percorso che altri Paese europei hanno imboccato in questi anni. Siamo convinti che dal confronto tra tutti questi attori possano arrivare idee e soluzioni”. Bobba ha poi sottolineato l’esigenza dell’innovazione: “I servizi offerti dal Pubblico non sono più in grado di risolvere i problemi o fornire risposte ai bisogni: beni che solo le organizzazioni sociali possono garantire. Bisogna assumere una prospettiva che guardi al medio e lungo termine”.

 
L’economista Jean Paul Fitoussi, come si legge in una nota del Isfol, ha ricordato, nel corso del suo intervento, dedicato al tema “The social economy goes global”, che per definizione l’economia è sociale. Se in certi momenti l’economia non è sostenibile è perché essa ha dimenticato la società, non il contrario. L’economista ha poi posto in evidenza che il problema centrale della globalizzazione è la necessità di protezione, che scaturisce da un’insicurezza socio-economica, che bisogna contrastare. Per far questo c’è bisogno di nuove ‘utopie’ sostenibili e accettabili per le persone. L’economia sociale svolge proprio questo compito. Per affrontare con efficacia la globalizzazione bisogna agire in due ambiti: lavoratori e imprese. Nel primo occorre avviare azioni di protezione nei loro confronti, che implicano una garanzia sociale. Nel secondo caso, quello che riguarda le imprese, per Fitoussi i governi devono usare tutti gli strumenti della politica economica per scongiurare crisi. In tutto questo non va dimenticato che quello che è necessario fare prima di tutto è investire molto di più sul capitale sociale, cioè umano e ambientale”.

 

La Conferenza si é conclusa con l’adozione della ‘Strategia di Roma per l’economia sociale’ consegnata all’Italia in qualità di Presidente di turno del Consiglio UE. Dal documento emerge soprattutto la necessità di una visione d’insieme, che consenta di individuare e utilizzare tutte le potenzialità di questo settore e dei soggetti che lo compongono, nonché la richiesta di adeguato sostegno in ambito UE. Ciò in particolare attraverso un’azione di promozione da parte della Commissione europea di una visione unitaria. Un appello viene rivolto anche al Parlamento Europeo, perché ricostituisca l’Intergruppo sull’economia sociale, e al Consiglio Europeo, affinché si occupi attivamente del tema. In questa prospettiva, il documento conclusivo della conferenza può essere la base su cui costruire un rinnovato dialogo a livello europeo che consenta ai singoli Paesi, alle organizzazioni dell’economia sociale e alle Istituzioni europee di mettere in campo tutte le energie necessarie a sostenere e rafforzare l’economia sociale nella consapevolezza che essa può rappresentare per l’Europa uno primario fattore di sviluppo.
Documento conclusivo “Strategia di Roma per l’economia sociale”

 


Alleanza Cooperative Italiane

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