Esattamente come per il vino, l’Italia è il primo paese fornitore negli Stati Uniti anche per i formaggi. Un trionfo di sapori e qualità del Made in Italy che fa dei nostri prodotti i più amati sulle tavole americane. Le importazioni di formaggi italiani negli Stati Uniti, infatti, secondo i dati del Dipartimento americano del Commercio e diffusi dall’Ice, hanno raggiunto nel 2016 le 34.894 tonnellate, con una crescita dell’8% in volume rispetto al 2015. Sono questi alcuni dei numeri emersi dal convegno “Trovare l’America, le opportunità del settore lattiero-caseario negli Usa” organizzato oggi a Milano dall’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari nell’ambito di Tuttofood.
«Quella negli Stati Uniti è una leadership che il nostro paese vuole assolutamente difendere e rafforzare, puntando sulla qualità delle eccellenze lattiero-casearie made in Italy, nonostante le insidie rappresentate dai venti protezionistici della nuova era Trump e dalla crescita del fenomeno del fake italian che danneggia il nostro agroalimentare per oltre 60 miliardi di euro», ha commentato Giorgio Mercuri, presidente dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari.
I dati Ice hanno evidenziato anche come in valore le importazioni di formaggi italiani, che nel 2016 hanno sfiorato i 280 milioni di euro, rappresentino un quarto di tutto l’import di formaggi a stelle e strisce (dietro l’Italia, ci sono la Francia, la cui quota è pari al 13%, e la Spagna, con il 7%) e che la popolarità della dieta mediterranea e la maggiore diffusione in termini di visibilità e immagine pubblicitaria dei formaggi italiani ha visto accrescere negli ultimi anni il consumo dei nostri formaggi autentici, in particolare nei grandi centri urbani (New York, San Francisco, Boston).
«Nonostante negli Usa, a differenza del Canada, la mancanza di un accordo di libero scambio non garantisca alcuna tutela alle nostre denominazioni di qualità – ha dichiarato Fabio Perini, presidente Alleanza delle Cooperative Agroalimentare Lombardia – nell’ultimo anno le principali DOP cooperative hanno registrato una buona crescita dell’export verso gli Stati Uniti. Il Grana Padano, per il quale il mercato americano rappresenta il secondo paese in termini di vendite all’estero, ha visto aumentare dell’8,4% rispetto al 2015 le esportazioni di forme di grana in Usa (187.622). Positiva anche la crescita del Parmigiano Reggiano che con 256.250 forme vendute negli Stati Uniti, pari al 21% di tutti i volumi esportati, ha registrato un +6% rispetto al 2015».
«Le importazioni di formaggi italiani negli Stati Uniti, infatti, secondo i dati del Dipartimento americano del Commercio e presentati dall’Ufficio Agroalimentare dall’ICE di New York hanno raggiunto nel 2016 le 34.894 tonnellate, con una crescita dell’8% in volume rispetto al 2015. Sono questi alcuni dei numeri emersi dal convegno “Trovare l’America, le opportunità del settore lattiero-caseario negli Usa” in programma oggi a Milano»
«La produzione agroalimentare cooperativa – ha ricordato Mercuri – è già particolarmente apprezzata negli Usa, dove oltre la metà dei vini italiani commercializzati, il 52%, pari a 3,2 milioni di ettolitri, sono imbottigliati dalle nostre associate».