Roma, 16 aprile 2015 – L’Alleanza delle Cooperative Italiane ha depositato in Corte Suprema di Cassazione la proposta di legge di iniziativa popolare per mettere fuori gioco le false cooperative.
L’Alleanza, che nei mesi scorsi ha sottoscritto il “Manifesto per un’economia pulita”, chiede al Parlamento di approvare una legge con misure più severe e più incisive per contrastare il fenomeno delle false cooperative, imprese che utilizzano strumentalmente la forma giuridica della cooperazione perseguendo finalità estranee a quelle mutualistiche.
L’Alleanza, cioè la sigla che rappresenta Agci, Confcooperative e Legacoop, ha sei mesi di tempo per raccogliere un minimo di 50 mila firme, che verranno consegnate al Parlamento.
In particolare, la proposta di legge prevede:
• la cancellazione dall’Albo delle Cooperative e la conseguente perdita della qualifica di cooperativa, per le imprese che non siano state sottoposte alle revisioni/ispezioni;
• definizione di un programma di revisioni, in via prioritaria, per quelle cooperative che non siano state sottoposte da lungo tempo alle revisioni o alle ispezioni, così come per le cooperative appartenenti ai settori più a rischio;
• tempestiva comunicazione dello scioglimento delle cooperative all’Agenzia delle Entrate per contrastare il fenomeno di cooperative che nascono e cessano l’attività nel giro di pochi mesi accumulando debiti nei confronti dell’Erario;
• creazione di una cabina di regia al Mise che coordini i soggetti chiamati a vigilare sulle cooperative evitando sovrapposizioni e duplicazioni di adempimenti attraverso intese con consentano di coordinare revisori provenienti anche da altre Amministrazioni.
La battaglia dell’Alleanza delle Cooperative Italiane contro tutte le illegalità non finisce qua. La raccolta di firme è un tassello di una lotta che mette nel mirino:
– il massimo ribasso nelle gare d’appalto, che significa mancato rispetto del contratto di lavoro,
– le infiltrazioni mafiose, grazie, all’applicazione del Protocollo di legalità già sottoscritto con il Ministero dell’Interno,
– il rafforzamento della partecipazione dei soci ai processi decisionali,
– il sostegno agli osservatori territoriali della cooperazione.