«Ottenere le finalità perseguite dalla direttiva sul fronte della tutela dell’ambiente, ma senza penalizzare le imprese». Lo ha chiesto l’Alleanza delle Cooperative in audizione presso la X Commissione Attività produttive della Camera, in merito al recepimento della direttiva europea SUP (Single Use Plastic). Il provvedimento, che mira a ridurre l’incidenza di alcuni prodotti di plastica sull’ambiente, vieterà l’immissione sul mercato di piatti, posate, cannucce e altri contenitori e oggetti monouso in plastica.
«Chiediamo con forza l’impegno del Governo italiano nell’interlocuzione con le istituzioni europee per assicurare una lettura e un’applicazione della direttiva coerente con le finalità ambientali perseguite, ma non penalizzante per le imprese e non più restrittiva di quanto già previsto» ha dichiarato l’Alleanza.
«Si tratta di definire con maggiore esattezza il campo di applicazione della direttiva con particolare riferimento alla nozione di plastica, di prodotti parzialmente in plastica e alla necessità di assicurare un regime differenziato sia per le plastiche biodegradabili e compostabili, anche con riferimento ai relativi obblighi di marcatura, che per i prodotti in plastica riciclata».
«La possibilità di utilizzo di prodotti in plastica biodegradabile e compostabile assicura un risparmio di costi e una minimizzazione di impatto nella fase di transizione verso modelli plastic free che risulta ad oggi molto complessa – spiega ancora l’Alleanza – data la scarsa reperibilità sul mercato di alternative efficaci ed efficienti, anche sotto il profilo igienico sanitario, in particolare nel confezionamento degli alimenti. D’altra parte, occorre differenziare la marcatura di tali prodotti per una corretta informazione al consumatore sulle modalità di gestione dei relativi rifiuti Parimenti e per gli stessi motivi occorrerebbe escludere dai divieti i prodotti con un contenuto minimo prefissato di plastica riciclata in coerenza con la Plastic strategy EU. Se non adeguatamente supportate, intere filiere potrebbero subire eccessivamente l’impatto di costi non ancora prevedibili dettati dall’adeguamento a nuovi schemi produttivi non ancora noti e non consolidati sul mercato».
I settori cooperativi maggiormente interessati dalla misura sono quelli della produzione, del consumo e distribuzione commerciale, dei supermercati, della ristorazione, mense e della pesca.
Grande attenzione infine è stata dedicata alle misure a sostegno delle imprese che investiranno nella riconversione ecologica delle loro attività.