Trovare un equilibrio tra i crescenti oneri per le imprese che devono rimanere competitive sul mercato globale e un nuovo modo di pensare la produzione e i consumi. È tra le principali sfide che la nostra economia ha davanti, obiettivi che passano per scelte legislative coerenti ed efficaci.
È ciò che l’Alleanza delle Cooperative ha chiesto nel corso dell’audizione in commissione Ambiente al Senato sullo schema di decreto legislativo sulle direttive su rifiuti e imballaggi
“Occorre diffondere una cultura del riuso e del riciclo, una normativa più incentivante, una progettazione, a monte, dei prodotti che contenga in sé la capacità di durare nel tempo e rigenerarsi a fine ciclo – ha sottolineato l’Alleanza. Si tratta, ancora, di promuovere e supportare la transizione verso la sostenibilità e la trasformazione tecnologica e digitale della società e del mondo cooperativo, definendo gli indicatori ed orientando gli investimenti verso progetti efficaci e misurabili, finalizzati a realizzare gli obiettivi e le strategie di economia circolare e sostenibilità”.
Il recepimento delle nuove direttive in materia di rifiuti e di imballaggi rappresenta un momento fondamentale e strategico per assicurare un riordino ed un aggiornamento della disciplina vigente, definendo un quadro di riferimento che assicuri la promozione di una economia realmente circolare.
“In questo contesto – ha ribadito l’Allenaza delle Cooperative – l’auspicio, sin dalla fase di approvazione del decreto legislativo n.116 del 2020 era quello di superare le criticità e le inefficienze che hanno caratterizzato, negli anni, la disciplina sui rifiuti e, in particolare, sulla tracciabilità, procedendo ad un riordino delle disposizioni di riferimento, introducendo strumenti e misure efficaci sotto il profilo della tutela ambientale tali da garantire, al contempo, la massima semplificazione e il risparmio di oneri inutili.
In tale prospettiva, il decreto n.116 del 2020 hautilmente operato su alcune disposizioni in tema di riordino e semplificazione (come, ad esempio, il pacchetto di norme in materia di tracciabilità), al tempo stesso sembra essere stata un’occasione mancata per la riscrittura coordinata di importanti settori della disciplina (come, ad esempio, le disposizioni in materia di sistemi EPR e Consorzi, sui fanghi di depurazione, ecc).
Sono emerse criticità a cui è necessario porre rimedio sia sulla modifica intervenuta nelle definizioni con riferimento alla qualificazione dei rifiuti come urbani e come speciali che alla conseguente applicazione della tassa-tariffa dei rifiuti urbani, per il mancato coordinamento con le previsioni fiscali.
“Si rileva, quindi, in via generale – conclude l’Alleanza – come anche il decreto correttivo in esame, prevalentemente orientato alla correzione di denominazioni istituzionali, refusi ed errori materiali non coglie adeguatamente l’opportunità di procedere a un sostanziale intervento di riordino della disciplina vigente e di risolvere le problematiche più volte sollevate dalle imprese e dalle associazioni nel corso di questi anni.